CASE da abitare

 

Pampas Story

 

Appoggiata ai piedi del Monte Uritorco,

in una regione dell'Argentina ancora incontaminata, questa villa è l'unica presenza "artificiale" nel raggio di chilometri...

 

Testo Paolo Ruggiero 

 

Foto Mads Mogensen

 

 

 

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Appoggiata ai piedi del Monte Uritorco, in una regione dell'Argentina ancora incontaminata, questa villa è l'unica presenza “artificiale” nel raggio di chilometri. Ma la natura pare averla integrata volentieri. 

Era questo il sogno di Mariela Marchisio e Cristian Nanzer: una casa organica dal fascino quasi monastico, in perfetta simbiosi con il paesaggio.

Costruire in un luogo di grande bellezza naturale è sempre una sfida per l'architetto, ma non si può avere fretta: bisogna camminarci dentro, capire. Per esempio il lavorio del vento sulle rocce, che qui raccontano una storia di milioni di anni.

«La natura muta pelle, si stratifica. Abbiamo imitato i segni prodotti dall’erosione», spiega Mariela. Hanno raccolto sul luogo centinaia di pietre, poi amalgamate con varie densità di cemento. Ora affiorano dalle pareti, raccontando come fossili la storia della struttura.

All’interno, volumi semplici e pareti spoglie, francescane, riscaldate da molti libri, dischi, quaderni. Arredi votati all’essenzialità, facile spostarli: giusto un paio di eleganti sedie “Barcelona” bianche, pochi altri oggetti.

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Meglio lasciar spazio alla luce cruda, a cielo e montagne invitati generosamente dalle ampie aperture frontali che portano a un doppio solarium, punto di osservazione privilegiato anche per farsi un barbecue.

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Meno di centocinquanta metri quadri per camera da letto, cucina, living, studio e camere degli ospiti: ogni stanza include le montagne e se si vuole filtrare basta far scorrere sui binari gli scenografici pannelli in acciaio, come l’otturatore di una macchina fotografica.

L'interno riduce al minimo l’interruzione sul paesaggio, e in un luogo come questo non potrebbe essere che così: una forma di rispetto che confina con lo stupore.

Ariosità e leggerezza dei disegni. Gamma di materiali ridotta. Plasticità e tattilità. Contorni volutamente incompiuti, irregolari.

La pietra ferrosa estratta dalla cava vicina per ottenere le stesse tonalità di rosso della terra. Tutto ciò fa sembrare questa casa ricavata direttamente dalla roccia.

Le nuvole veleggiano rapide, proiettando al suolo una luce piena di contrasti.

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Come posata, appiattita contro la vegetazione, questa abitazione sembra amplificare il silenzio circostante.

Da lontano, con il comignolo puntato verso il cielo, pare una stazione meteorologica abbandonata. Meravigliosamente tagliata fuori dalle carte geografiche.

Case da Abitare, 6/2007