Warnborn Apartment
Ci vuole fiuto per intuire il potenziale di un luogo, bisogna camminarci, su questi litorali, raccogliere un sasso, quasi sollevati dalle raffiche, puntare un legno verso l'orizzonte, come rabdomanti.di Paolo Ruggiero
Villa Nova de Gaia si mescola a Oporto, chi proviene da sud, dall'Algarve, lascia a lato lunghi tratti di bosco, la radio è necessaria per non addormentarsi, si accosta un attimo a inspirare resina di pino, si risale il Portogallo verso chiese remote, ringhiere, un cielo più aggressivo di grigi a spirale rimpiazza i riflessi mediterranei, si addensano correnti fredde, raffiche tremende che c'è chi sfida con un windsurf e la muta. La conurbazione segue il Douro fino alla foce, palazzi, brani di cemento che si esauriscono, quasi toccano l'Oceano. Non è turismo per tutti, salire fin qui, resistono lacerti di spiaggia selvatica, guardati da finestre chiuse, case di villeggiatura mangiate dal sale, scatolotti geometrili tirati su d'urgenza in altre epoche e dimenticati, torri a specchio più recenti brillano un attimo in un lampo di sole, per chi da una chiatta dal largo vede la costa. Ci vuole fiuto per intuire un potenziale, bisogna camminarci, su questi litorali, raccogliere un sasso, sollevati dal vento, da un legno farsi guidare rabdomanti. Una coppia di viaggiatori, anglo-americana, scova così un appartamento di due piani, camminando, come si trova una conchiglia strana, grattando e spolverando si vede che potrà uscirci qualcosa di bello. Mostrano le foto, di come era prima: 200 metri quadri, spazi generosi da famiglia allargata, la terrazza. Però mattonelle avvilite, finestre casuali, plafoniere al neon, la vasca da bagno sbrecciata: giusto per l'estate, da starne fuori, tornarci a dormire. Ci sono due giovani architetti di Porto, coetanei e poco più che trentenni: Joana Caiano, António Morgado. Lavorano da anni, conoscono la costa, l'età è quella giusta per firmare il progetto che rivela il talento. La coppia chiede loro una metamorfosi, una grande sala da pranzo, un ambiente conviviale, per la cena, gli amici, ma via ogni dettaglio superfluo, per il dopocena, per un calice di porto in solitaria, allora che entri solo il mare, svuotare, spazio all'Oceano.
Due anni di lavoro, i volumi precedenti completamente spianati, la scelta minuziosa di pochi colori, la posa di materiali freschi, teak da nautica, viroc, impasti di legno e cemento, vetri polarizzati, la vecchia scala a chiocciola svitata via come un truciolo, ricreata, angoli tra pareti e soffitto smussati dove possibile, nicchie di luce collegano i due livelli, tracce luminose ora riquadrano gli ambienti, una libreria si proietta verso l'esterno, dove si trasforma in setto divisorio a specchio.
Altre pareti graficamente terminano in vetro, giocano con la percezione degli spazi. Convessità, lievi torsioni sono state impresse ai raccordi tra i volumi, una alloggia un caminetto, un'altra accompagna alla camera da letto rarefatta come una foto di moda, che si mangia il paesaggio. La casa finalmente è pronta nel 2009. Calano in questi nuovi interni sexy pochi oggetti, tattili, una selezione privata: luci di Artemide, Flos, tappeti di Paola Lenti. Un telescopio per le notti estive. Il mare ritorna più volte all'interno, anche riflesso dalle superfici.
Mentre sul retro di questa splendida casa sbadigliano residui di urbanità, auto appoggiate sui marciapiedi, una gru, lampioni bassi, dal terrazzo si spalanca la sera, scende sul filo dell'orizzonte, luci mobili di mercantili decine di miglia al largo, allora si prova a seguirle immaginandone il contenuto o la rotta, le comunicazioni stringate via radio, sono punti luminosi che portano lontano, è senz'altro un bel perdersi...
Casa Trend, 5/2013
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